Alex e Amélie., [Capitolo uno - Incontro nel treno]

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Fantasie_
view post Posted on 13/8/2012, 21:55 by: Fantasie_     +1   +1   -1




Avviso ai lettori: vi posso già dire che questa è una nuova storia a capitoli più o meno lunghi, interamente inventata da me, con il frutto della mia fantasia. Non si tratta di una storia vera, ma di sola fantasia. Non ci saranno sempre momenti erotici, ovviamente, ma siete comunque invitati a leggere tutto, solo così seguirete per benino la storia.
Cercherò di pubblicare i capitoli che seguiranno abbastanza rapidamente :) Buona lettura !



Ero nel treno da neanche un'ora, quello che mi avrebbe portato fino a casa mia. Stavo leggendo un libro di Baricco, autore che avevo scoperto da poco tempo, e stavo rientrando da un weekend passato con un'amica. Alla penultima fermata, salì un ragazzo (non lo vidi subito) e si sedette proprio di fronte a me. Aveva uno zaino nero, All Star nere e una maglietta viola scuro. Ascoltava la musica. Poi, dopo circa cinque minuti, prese il suo zaino, lo aprì, e ne uscì un libro.
Lo stesso del mio ! Credo che si accorse che lo stavo guardando un po' sorridendo, per lo stupore di vederlo con un libro identico al mio; proprio non me lo aspettavo.
"Oh, anche tu lo stai leggendo !", esclamò lui. "A che punto sei arrivata ?"
"Sî, l'ho scoperto da poco, così per caso ! E sono quasi alla fine. È veramente molto bello !", gli risposi.
"Caspita, io ho letto solo alcuni capitoli... però mi piace. Penso che continuerò. Ah, mi chiamo Alex, non mi sono presentato.", mi disse porgendomi la sua mano.
"Piacere ! Sono Amélie"
"Oh, come la ragazza del film ! Bellissimo film, d'altronde."

Continuammo a parlare fino al capolinea. Poi mi chiese dove abitavo. Gli risposi che dovevo prendere il bus numero 5 per arrivare da me. Stranamente, pure lui. Non ci credevo. Nient'affatto.
Allora ci dirigemmo verso la fermata del bus e aspettammo qualche minuto. Ecco il bus che arrivava. Salimmo e continuammo a parlare di un po' di tutto. Lui sembrava molto interessato alla mia vita!
Ovviamente pure la sua iniziava ad interessarmi, anche perchè lo trovavo veramente carino e simpatico come tipo.

"Beh, ora devo scendere, la prossima è la mia fermata. Mi ha fatt..."
"Ma no ?! Pure io scendo lì ! Ma com'è possibile che non ci siamo mai visti in tutti questi anni ?", mi domandò lui sorpreso.
E lo ero pure io. Proprio non capivo. Gli spiegai che io abitavo lì da neanche un anno, avevo traslocato da poco.
"Fatto sta che ora dobbiamo scendere tutti e due.", mi disse.

Ci alzammo per scendere dal bus, e alla fermata gli indicai verso la destra che la mia casa si trovava a pochi isolati da lì. Lui mi disse che la sua casa era invece al lato opposto.
Stavamo per salutarci, quando senza neanche rendermene conto, misi le mani in tasca. Normalmente tenevo lì le mie chiavi di casa, per abitudine.

"Merda !", mi esclamai.
"Cosa c'è ?", mi domandò lui.
"Credo di aver dimenticato a casa le mie chiavi. Prima di partire non le ho prese, le ho dimenticate sulla scrivania... che stupida che sono !"
"E allora ? Non c'è nessuno a casa tua ?"
"No, non ora. Mia mamma arriva dal lavoro alle 17:30, e sono solo le 16:15..."
"Senti, non so se sei d'accordo, ma se vuoi puoi aspettare da me se ti va ?", mi propose lui.

Non risposi subito. Dapprima lo guardai, forse un po' incredula, anche se in fondo, me l'aspettavo.
Era veramente bello, con i suoi capelli mossi marrone scuro e i suoi occhi verdi. Erano passati pochissimi secondi, ma a me sembravano dieci minuti.
"Ok, volentieri ! Se non disturbo, voglio dire..."
"Ma quale disturbo, poi ! A me fa molto piacere invitare una bella ragazza come te a casa mia !"

Sorrisi. Continuammo a discutere tranquillamente mentre andavamo a casa sua.
Appena entrati, posai scarpe e borsa all'entrata, e poi andammo direzione cucina.
"Cosa vuoi da bere ?"
"Uhm.. cosa c'hai ?"
"Vediamo. Sciroppo alla fragola, alla menta, Coca, gazzosa, acqua minerale... cosa vuoi ?"
"Prendo una gazzosa allora. Grazie."

Prese una gazzosa pure lui e ce ne andammo in salotto. In casa non c'è nessuno.
"Ti va di andare a vedere la mia soffitta ? Sono sicura che ti piacerà!"
"Okay !"

Non sapevo a cosa mi dovevo aspettare, allora, fiduciosa, lo seguii.
Salimmo fino all'ultimo piano, lì infatti c'era una specie di botola nel soffitto. La aprì, e una scaletta si formò verso di noi. M'invitò a salire per prima.
Mi aspettavo a ragni e ragnatele, polvere, casini vari e poca luce. Ma mi sbagliavo di grosso.
Man mano che salivo, oltre alla curiosità di vedere cosa c'era sopra di me, sentivo uno sguardo insistente sul mio fondoschiena. Non dissi niente, ma arrossii un poco, credo.
Appena fui arrivata, non potei fare a meno di esclamare:
"Wow ! Ma... è magnifico ! Caspita, è un sogno vivere qui !"

Trovai di fronte a me un'immensa biblioteca, scaffali e scaffali di libri, vecchi e nuovi. Era incredibile. Così tanti libri in una soffita così piccola ! Ero felicissima e nello stesso tempo, meravigliata.
"Se ti piace così tanto, potrai venire più spesso allora!", mi disse Alex con un sorriso bellissimo.
"Certo ! Così è anche un'ottima occasione per vederci!

Ad un tratto, il mio cellulare squillò. Era mia mamma. Caspita ! Erano già le 17:50 !
"Sì ? Sì mamma, non ti preoccupare, sto bene. Sono a casa di... un'amica. Avevo dimenticato le chiavi, allora c'è Rossella che mi ha invitato da lei nel frattempo. E non ho visto il tempo passare. Arrivo tra poco ! Ciao !"

Riattaccai.
"Scusami, era mia mamma. Si preoccupa se non sono a casa quando c'è lei, perchè di solito ci sono sempre quando arriva dal lavoro."
"Ma scusa, quanti anni hai ?", mi chiese.
"Diciannove. E tu ?"
"Ventuno... e a diciannove anni lei si preoccupa ancora ?"
"Sì, è sempre stata così, sfortunatamente. Comunque ora devo andare, sennò tra poco chiama anche i carabinieri se non arrivo subito."
"Ahahaha, capisco. Beh, allora ci rivedremo, vero ?", mi domandò mentre scendevamo dalla scaletta.
"Certo ! Senti, ti lascio il mio numero, ok ? Mi scrivi tu ?", gli dissi mentre mi mettevo le scarpe, giù all'entrata.
"Okay, nessun problema."

Mi alzai e ci salutammo. Dopo di che m'incamminai a passo spedito verso casa.


Erano passati ormai tre giorni, e ancora non mi aveva scritto. Iniziai a disperarmi. Non poteva farmi questo ! E io che mi ero illusa come una povera scema ! Cercai di pensare ad altro.
Mi ricordai che dovevo prendere appuntamento dall'estetista, anche perchè tra pochi giorni c'era la mia amica Sara che faceva una festa da lei, e aveva una piscina. Chiamai subito l'estetista, e fissai un appuntamento per il giorno dopo.

[Fine capitolo uno.]

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