| | | “Cazzo, sta merda di pioggia non la smette più di scendere! Le scarpe nuove tutte rovinate, uh! Un locale, almeno mi bevo qualcosa per togliermi il freddo di dosso, cavoli però, non ho nemmeno la macchina, proprio ora doveva piovere??” Il locale è piccolo e intimo, la luce arancione si diffonde uniformemente nel piccolo caldo spazio, un lungo bancone è disposto sul lato lungo, perpendicolare alla porta, una porta seminascosta da cappotti appesi su di un appendiabiti conduce al bagno. Un chiacchiericcio di sottofondo, rende l’atmosfera più privata. Cerco con lo sguardo un tavolino libero, ma per mia sfortuna non ne trovo nessuno, anche se in fondo alla sala, un po’ in privato noto un uomo seduto da solo, magari riesco a sedermi. Mi avvicino, tra “permessi” e mezze spinte, l’uomo che mi siede di fronte è bello, non c’è altro aggettivo per definirlo, capelli scuri, corti, occhi marroni quelli che catturano i pensieri altrui, e non lasciano uscire i propri, pelle perfetta e ben rasata, ogni dettaglio sistemato, ma in modo che non sia facile capirlo, il casual non casual. L’abbigliamento è calcolato per far apparire ad uno sguardo fugace una persona che abbia messo le prime cose che trovava, però, un occhio attento e misurato non cade nel tranello. -Ciao- , decido di optare per un saluto cordiale e non da vecchi, insomma avrà si e no la mia età, -posso?- . Mi guarda, il mio corpo passa a raggi x sotto il suo sguardo indagatore, si sofferma per qualche breve istante sulle mie scarpe infangate e ormai rovinate, risale verso i pantaloni neri zuppi, squadra leggermente il mio chiodo in pelle, e fissa il colletto della camicia immacolata che ne spunta sotto, e poi ancora i suoi occhi sui miei. -Certamente- decide di rispondermi, la sua voce è calda, da uomo che non ha nulla da mostrare. Decido di intrattenere una specie di conversazione banale, sperando che il discorso non cada nel silenzio, come spesso succede in questi casi. -Che pioggia! Mi è entrata fin nelle ossa!- -Veramente, è da poco che ha iniziato a piovere- -Sì, ma non credo che abbia intenzione di smettere, che fortuna- Una cameriera carina si avvicina al tavolinetto, ordino, e anche lui si prende un tè, la ragazza bionda scompare tra la folla, lo sguardo del mio ospite si posa sulla figura fragile della giovane donna, la segue, e la mangia con gli occhi. “Per una volta che trovo un uomo bello, questo è ovviamente etero, tutta bellezza sprecata”, riprendo la conversazione, d’altronde un amico non mi spiace. -Tu sei di qua?- -Sì, abito poco distante, e tu?- -Io no purtroppo!- -Purtroppo, perché?- -Sono venuto in pullman, ma data l’ora tarda non so come tornare a casa- -Senti, lo so non ci conosciamo, ma io ho un comodo divano, ah dimenticavo di presentarmi, piacere, sono Marco- la fortuna forse mi assiste, mi presento anche io. -Il piacere è tutto mio, Kevin- -Sei straniero?- sono felice di averlo incuriosito, ma si,...Read the whole post... |
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